Alzheimer virus e batteri

Intervista al Presidente della SIM, Prof.ssa Anna Teresa Palamara, pubblicata dalla prestigiosa rivista Scientific American: Alzheimer, legame con virus e batteri

AlzheimerL’accumulo della proteina beta-amiloide è in grado di distruggere le sinapsi con conseguente declino cognitivo e perdita di memoria. Fin adesso, questa proteina è stata reputata un prodotto di scarto dell’organismo a funzione non nota, invece sembrerebbe il risultato di una reazione del cervello.

Infatti, un team di ricercatori della Harvard Medical School e del Massachusetts General Hospital, in uno studio pubblicato recentemente su Science Translational Medicine, riportano evidenze che la proteina beta-amiloide ha uno scopo fondamentale: proteggere il cervello dai microbi invasori.

I ricercatori hanno trovato omologie sorprendenti tra la proteina beta-amiloide e LL37, una proteina del sistema immunitario innato del cervello.

Gli studi condotti, in vitro prima e in vivo su diversi animali da laboratori, hanno evidenziato che la presenza della proteina beta-amiloide conferisce una maggiore resistenza alle infezioni e tassi di sopravvivenza più lunghi nelle cavie infette.

Palamara-Anna-Teresa“Questi risultati sono particolarmente intriganti”, ha affermato la Prof. Anna Teresa Palamara, continuando “Precedenti ricerche hanno dimostrato che diversi agenti infettivi, tra cui virus, innescano la produzione l’accumulo di proteina beta-amiloide.”

Dunque, queste nuove scoperte avvalorano l’ipotesi che il morbo di Alzheimer potrebbe essere inavvertitamente stimolato da un’infezione che provoca la formazione di proteina amiloide.

“E ‘possibile ipotizzare che nel corso di una lieve infezione la produzione di beta-amiloide possa essere di aiuto”, afferma la Prof. Anna Teresa Palamara, ”ma in presenza di infezioni persistenti o ripetute, i livelli di proteina beta-amiloide possono accumularsi, superare una soglia e, in questo caso, modificando il suo ruolo protettivo nel noto effetto neurotossico. “

Queste scoperte, possono senza dubbio aprire nuove frontiere di trattamento, in termini di targeting dell’immunità innata o dei microbi stessi.

Per maggiori informazioni http://www.scientificamerican.com/article/antimicrobial-mechanism-gone-rogue-may-play-role-in-alzheimer-s-disease/

Di |2016-07-28T13:19:31+02:0028/07/2016|
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