Nanoparticelle “intelligenti” per il delivery dei vaccini orali

I vaccini orali convenzionali devono fare i conti con le barriere del nostro organismo per stimolare un’immunità che risulti efficace.

Uno studio, pubblicato nel 2016 sulla rivista Biomaterials, ha predisposto un vaccino orale con poli [(metacrilato di metile) -CO- (acrilato di metile) -CO- (acido metacrilico)] – poli (D, L-lattide-co-glicolico) (PMMMA -PLGA), un materiale particolare che forma uno strato “intelligente“ che funge da schermatura transiente in grado di proteggere gli antigeni del vaccino lungo il tratto gastro-intestinale e raggiungere così l’intestino crasso.

Ma di cosa si tratta? Parliamo di nano-particelle, ovvero particelle polimeriche con dimensioni dell’ordine di 10-100nm costituite da polimeri naturali o artificiali, in grado di interagire con le barriere biologiche e distribuire principi attivi, nel caso di farmaci, o antigeni, in questo caso, in prossimità del bersaglio di interesse. Ad oggi, le uniche criticità relative al loro impiego sono il costo e la tossicità dei loro prodotti di degradazione.

Con la proteina immunogenica di superficie (SIP) da streptococco di gruppo B (GBS) intrappolata con la nano-particella, la somministrazione orale con PMMMA-PLGA (PTRBL)/nanoparticelle Trx-SIP ha stimolato una risposta immunitaria robusta in un modello animale (tilapia). Dopo la vaccinazione orale con PTRBL/Trx-SIP, l’animale ha prodotto elevati livelli anticorpali specifici per SIP e ha mostrato una protezione immunitaria duratura. Inoltre, il 100% dei pesci vaccinati erano protetti dall’infezione GBS, mentre i gruppi di controllo, non vaccinati o vaccinati con Trx-SIP “esposto“ mostravano tassi di infezione rispettivamente del 100% e >60% entro i primi 5 mesi dopo la vaccinazione primaria. Inoltre, gli esperimenti in vivo hanno dimostrato che l’antigene ricombinante Trx-SIP marcato con FITC veniva localizzato nel colon, nella milza e nei reni, organi critici per l’instaurarsi della risposta immunitaria. I risultati di questo studio hanno, rivelato che, piuttosto che la dimensione delle nanoparticelle, è più probabile che la repulsione di carica negativa prodotta per ionizzazione dei gruppi carbossilici nel materiale utilizzato sia in grado di schermare le nanoparticelle dall’assorbimento da parte delle piccole cellule epiteliali intestinali.

Questo sistema, dunque, oltre che rispondere alla sfida derivante dal danno gastrointestinale agli antigeni, offre un nuovo approccio applicabile per la vaccinazione orale.

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Di |2018-06-10T23:46:33+02:0028/10/2016|
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