Lieviti: promettenti agenti di biocontrollo contro i patogeni fungini di Vitis vinifera

L’Unione Europea ha limitato l’uso di alcuni antiparassitari chimici a causa del crescente livello di residui pericolosi nell’ambiente che non solo possono avere conseguenze significative sugli ecosistemi locali, ma anche finire nei cibi e causare danni alla salute umana.

Nasce l’esigenza, quindi, di identificare nuovi antagonisti naturali attivi contro le malattie fungine per ridurre le perdite pre- e post-raccolta degli agricoltori, aumentare la sicurezza per i lavoratori e proteggere la salute dei consumatori. Una possibilità è rappresentata dall’uso dei lieviti naturali, ovvero usare i funghi per inibire i funghi che causano malattie.

I lieviti, infatti, spesso competono tra loro producendo, in modo del tutto naturale, sostanze che uccidono o rallentano la crescita dei loro antagonisti. Tuttavia, finora, i ricercatori non sono stati in grado di trovare lieviti efficaci quanto i pesticidi chimici.

Uno studio pubblicato recentemente su Frontiers in Microbiology ha valutato il potenziale antagonistico dei lieviti epifiti nei confronti di Botrytis cinerea, Aspergillus carbonarius e Penicillium expansum. Il team di ricercatori ha esaminato il potenziale antifungino di lieviti isolati dalle bucce di uve selvatiche in Georgia, Italia, Romania e Spagna e da uve di vigneti (di tipo organico, biodinamico e convenzionali) in Italia. Gli studiosi hanno isolato 231 ceppi di lievito appartenenti a 26 specie diverse: 20 di essi appartenenti ad 8 specie, hanno mostrato, in vitro, un’azione antagonistica contro tutte le muffe saggiate. Di questi, 18 ceppi provenivano dalle uve selvatiche, suggerendo che le piante selvatiche rappresentano un potenziale serbatoio di microrganismi utili. Il team ha successivamente indagato sui possibili meccanismi utilizzati dai lieviti per inibire le muffe dell’uva, evidenziando che molti dei lieviti analizzati rilasciavano enzimi capaci di digerire la parete cellulare delle muffe, mentre altri liberavano sostanze, come l’acido acetico o il solfuro di idrogeno, che possono portare alla morte le muffe. Infine, i ricercatori hanno testato la capacità dei lieviti di inibire le muffe in vivo, cioè sulle uve coltivate, confrontandoli con un pesticida commerciale.

Sorprendentemente, uno dei ceppi di lievito isolati, Pichia kluyveri, risultava più efficace del pesticida chimico nel prevenire la crescita della muffa sui vitigni.

Precedenti lavori avevano dimostrato che P.kluyveri non interferisce con S. cerevisiae durante la fermentazione del vino e può sopravvivere anche a condizioni difficili, caratteristiche che lo rendono un potenziale agente di bio controllo nei vigneti.

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Di |2018-05-18T19:44:19+02:0031/01/2018|
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