Interazione fra virus dell’influenza e altri patogeni: valutazione dai modelli matematici

Che il virus dell’influenza interagisca con altri agenti patogeni che colonizzano o infettano il tratto respiratorio umano e che queste interazioni siano fondamentali per determinare il reale burden dell’influenza è oramai noto. Un’interessante rassegna pubblicata questo mese sulla rivista Plos Pathogens ha riassunto i pochi dati provenienti da diversi modelli matematici che confermerebbero come il virus dell’influenza interagisca, in maniera piuttosto complessa, con batteri e virus. Numerose ricerche in vitro e in vivo hanno esaminato la possibile associazione tra influenza e Streptococcus pneumoniae, o Staphylococcus aureus, Haemophilus influenzae, Neisseria meningitidis, ma anche con il virus respiratorio sinciziale (respiratory syncytial virus – RSV), il rinovirus, o i virus parainfluenzali. Un modello matematico piuttosto interessante e degno di nota è quello che riguarda l’interazione pneumococco-influenza. In uno studio che combina modelli matematici e dati in vivo in un modello murino co-infettato con due diversi virus influenzali e due ceppi di pneumococco, gli Autori hanno valutato la probabilità dei diversi meccanismi di interazione immunologica e hanno scoperto un ruolo nella disfunzione dei macrofagi, disfunzione che porterebbe ad un aumento della carica batterica e un aumento del rilascio di virus durante le coinfezioni. Altri Autori, inoltre, hanno utilizzato un modello immuno-mediato dell’interazione virus-batterio nei polmoni per quantificare in modo specifico i tempi e l’intensità dell’interazione. Il modello ha stimato che una maggiore sensibilità all’invasione pneumococcica verrebbe osservata 4-6 giorni dopo l’infezione influenzale, suggerendo che la somministrazione antivirale precoce dopo l’infezione influenzale (<4 giorni) possa prevenire la malattia pneumococcica invasiva.

Dunque, considerare il virus dell’influenza nel suo contesto ecologico e in riferimento alle sue interazioni con altri patogeni potrebbe offrire nuove opportunità di prevenzione; per esempio, una migliore comprensione delle possibili interazioni tra pneumococco e influenza potrebbe potenzialmente consentirci di ottimizzare l’uso di entrambi i vaccini.

Opatowski L et al. PLoS Pathog. 2018;14(2):e1006770.

Opatowski L et al. PLoS Pathog. 2018;14(2):e1006770.

Bibliografia

Opatowski L et al. Influenza interaction with cocirculating pathogens and its impact on surveillance, pathogenesis, and epidemic profile: A key role for mathematical modelling. PLoS Pathog. 2018 Feb 15;14(2):e1006770.

Di |2018-06-10T23:19:33+02:0028/02/2018|
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