SARS-CoV-2: panoramica dei trial clinici (marzo 2020)

International Journal of Molecular Sciences ha pubblicato una interessante review che fornisce una breve panoramica dell’epidemiologia e delle caratteristiche cliniche e molecolari di SARS-CoV-2. La review, inoltre, fa una rassegna delle terapie antivirali contro SARS-CoV-2, attualmente sottoposti a sperimentazione clinica, analizzati in base alle vie dell’ospite ed ai meccanismi di replicazione del virus (il tutto spiegato in maniera notevole anche tramite una figura).

Attualmente, non esistono prove sufficienti per affermare che uno dei qualsiasi farmaci antivirali esistenti tratti efficacemente la polmonite da COVID-19. Tuttavia, sono in corso diversi studi clinici su potenziali terapie antivirali divisibili in due grandi categorie in base al loro target. La prima include composti che agiscono direttamente sul coronavirus, sia inibendo l’enzima virale cruciale per la replicazione del genoma, sia bloccando l’ingresso del virus nelle cellule umane. L’altra categoria è progettata per modulare il sistema immunitario umano, sia aumentando la risposta innata, sia inibendo i processi infiammatori che causano le lesioni polmonari. La maggior parte di questi farmaci era originariamente progettata per agire contro altri agenti patogeni ed è stata poi prontamente riproposta per gli attuali studi su COVID-19.

Terapie antivirali che agiscono sul virus

Le molecole che, a Marzo 2020, risultano inseriti in trial clinici che agiscono mediante inibizione dell’RNA polimerasi RNA-dipendente sono: remdesivir, sviluppato per l’infezione da  virus ebola, è un profarmaco la cui struttura ricorda l’adenosina, pertanto, può incorporarsi nell’RNA virale nascente e inibire ulteriormente l’RNA polimerasi RNA-dipendente; favipiravir, simile al precedente ma strutturalmente simile alla guanina endogena. Tra gli inibitori della proteasi virale troviamo: ivermectina, agente antiparassitario che ha anche dimostrato attività antivirali verso il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) e il virus della dengue, ha la capacità di dissociare l’eterodimero IMP/1 preformato responsabile del trasporto nucleare di carichi di proteine virali; lopinavir/ritonavir, inibitore della proteasi aspartilica codificata dal gene pol del virus dell’HIV che  scinde i polipeptidi precursori nell’HIV, svolgendo così un ruolo essenziale nel suo ciclo di replicazione. Tra gli agenti che agiscono bloccando la fusione tra membrana cellulare e virus, sono al momento in trial clinici: l’enzima solubile ricombinante umano convertente l’angiotensina 2 – rhACE2, che blocca l’ingresso di SARS-CoV-2 impedendo l’interazione tra la proteina S e l’ACE2 cellulare; l’idrossiclorochina, noto agente antimalarico utilizzato in patologie anti-autoimmuni, può bloccare l’infezione aumentando il pH endosomiale richiesto per la fusione della membrana virale e dell’ospite: è stato dimostrato che inibisce specificamente la replicazione di SARS-CoV interferendo con la glicosilazione del suo recettore cellulare, ACE2; l’arbidol cloridrato un inibitore di entrata di virus influenzali e arbovirus, che,mirando all’emoagglutinina (HA), la glicoproteina principale sulla superficie del virus dell’influenza, impedisce la fusione della membrana virale con l’endosoma dopo l’endocitosi.

Terapie antivirali che modulano il sistema immunitario.

Al momento della scrittura dell’articolo, le principali strategie al momento in studio per il potenziamento del sistema immunitario innato includono l’uso di cellule natural killer e di interferone ricombinante. Per l’attenuazione della risposta infiammatoria si indaga invece su: cellule staminali mesenchimali, immunoglobulina endovenosa, anticorpi neutralizzanti specifici SARS-CoV-2, anticorpo monoclonale anti-C5a, blocco del pathway dell’interleuchina (IL) -6, talidomide, metilprednisolone, fingolimod.

Aspettando il vaccino e gli anticorpi terapeutici, che sono soluzioni più a lungo termine perché richiedono test approfonditi soprattutto per la loro sicurezza, il riutilizzo di molecole già in circolazione  e validate,  appare l’unico approccio pratico e rapido per rispondere alla pandemia corrente, proprio perché la maggior parte di questi agenti è già stato testato sotto il profilo della sicurezza.

Per maggiori informazioni:

https://www.mdpi.com/1422-0067/21/7/2657

Fonte:

Yung-Fang Tu et al. A Review of SARS-CoV-2 and the Ongoing Clinical Trials. Int J Mol Sci. 2020 Apr 10;21(7): E2657.

 

Di |2020-04-28T18:46:38+02:0028/04/2020|
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